VIDEO
Cerca video
CURIOSITÀ 12 APRILE 2019

Perché le vie di Venezia hanno nomi curiosi?

Le vie di Venezia hanno nomi antichi e curiosi. Alcune richiamano dei mestieri, come le calli del Pestrin, cioè del lattaio, del Pistor, cioè del panettiere, del Fruttarol, cioè del fruttivendolo; altre delle attività commerciali, come le Mercerie, dove si vendevano le stoffe, le Frezzerie, dove si fabbricavano le frecce e calle Fiubera, dove si facevano le fibbie per le scarpe. Numerose sono anche le leggende che girano intorno ai nomi dei luoghi: Riva di Biasio deve per esempio il suo nome a Biagio, titolare di un’osteria del XVI secolo conosciuta da tutti per la prelibatezza della sua carne. La sua fama però durò fino al giorno in cui uno degli avventori trovò nel piatto il dito di un bambino. La storia vuole che fosse un macellaio e che sostituisse la carne di maiale con quella umana. Di certo le cronache sulla sua fine sono molto chiare: condannato dalla Serenissima, venne torturato pubblicamente e tagliato in quattro parti, appese con dei ganci ed esposte ai quattro punti cardinali di perché tutti potessero vederlo. Anche campiello Mosca ha una sua origine ben precisa che non ha nulla a che vedere con i noiosi insetti: a Venezia si chiamavano mosche i nei posticci che avevano molta importanza ai tempi della Serenissima poiché secondo un codice ben preciso lanciavano messaggi a seconda di dove venivano applicati. La dama che si fosse messa un neo vicino all’occhio per esempio avrebbe voluto dire: “irresistibile”.

Alcuni video presenti in questa sezione sono stati presi da internet, quindi valutati di pubblico dominio. Se i soggetti presenti in questi video o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, basterà fare richiesta di rimozione inviando una mail a: team_verticali@italiaonline.it. Provvederemo alla cancellazione del video nel minor tempo possibile.
Chiudi
Caricamento contenuti...