Perché si dice “di buzzo buono”? L’espressione “di buzzo buono” trova origine nel dialetto romanesco e viene utilizzata per indicare un’azione o un compito svolti in modo diligente e con vero impegno. Ma perché si dice così? Per scoprire da dove arrivi la locuzione bisogna andare nella città eterna, fra i tavoli scombinati delle trattorie trasteverine di una volta. Qui, fra i rigatoni all’amatriciana, i tonnarelli cacio e pepe e la coda alla vaccinara, per “buzzo” si intendeva proprio lo stomaco. Infatti, a Roma, il mangione era detto “buzzone”, termine ancora usato nel linguaggio di uso corrente per indicare una persona che pensa sempre e solo a riempirsi la pancia. Per estensione di tale significato, quindi, arriviamo alla spiegazione del modo di dire, azzardando l’ipotesi di un uso figurato della parola “buzzo. Immaginiamo, perciò, una persona che si impegna con buona volontà nel portare a termine un lavoro, con la stessa dedizione di un’altra, di bocca buona, seduta a tavola e intenta a gustare con calma e soddisfazione le sue pietanze nel piatto!