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CURIOSITÀ 08 APRILE 2019

Perché si dice fare il bucato?

Perché si dice fare il bucato? Prima dell’avvento della lavatrice, i panni sporchi venivano lavati solo a mano. Le prime macchine con movimento meccanico sono nate in Germania verso la metà del Settecento ma la prima “lavatrice” vagamente simile a quella attuale è da ricondursi a Thomas Bradford, che nel 1860 inventò una lavabiancheria di legno a manovella. Per indicare questa comune mansione domestica da sempre si utilizzata l’espressione “fare il bucato”. Questo modo di dire, che richiama alla fantasia qualcosa di forato, risale all’epoca in cui i panni venivano lavati nei mastelli, grossi contenitori fatti con doghe di legno e dotati appunto di un buco sul fondo chiuso all’occorrenza da un tappo. Anche se richiedeva un notevole dispendio di energie, il procedimento per “fare il bucato” era molto semplice: la vigilia i panni sporchi venivano messi in ammollo in un recipiente con acqua fredda. Il giorno del bucato si portava ad ebollizione una caldaia con acqua e cenere di noce, tiglio o faggio. Nel frattempo la biancheria ben strizzata era deposta nel mastello e ricoperta con un telo fitto di canapa. A questo punto il contenuto della caldaia veniva abbondantemente versato sul telo, che fungeva da filtro. Trascorso il tempo necessario, bisognava rimuovere il tappo dal buco del mastello per far defluire naturalmente l’acqua saponata, lasciando il bucato pronto per essere risciacquato sotto l’acqua corrente e steso al sole pulito e profumato.

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