Perché si può rompere un bicchiere con la voce? Una schiarita alla gola, qualche gorgoglio, un respiro profondo, così Bianca Castafiore, personaggio immaginario della celebre serie di fumetti belga “Le avventure di Tintin”, si preparava ai suoi acuti, tanto forti da distruggere i bicchieri. Ma perché si può rompere un bicchiere con la voce? Se proviamo a percuotere un calice di vetro possiamo notare che produce una nota unica per timbro, intensità e altezza. Come la nostra voce, anche i bicchieri sono infatti strumenti in grado di produrre onde sonore, legate alla loro forma e dimensione. Nel momento in cui si riuscisse a riprodurre un suono avente esattamente la stessa frequenza di quello emesso dal bicchiere, il vetro entrerebbe in risonanza, vibrando fino alla rottura. In quanto unico, tale suono risulta difficile da riprodurre senza l’aiuto di apparecchiature specifiche. Anche la voce umana emette note uniche e spesso imprecise, che vengono sostenute per un tempo troppo breve per riuscire a entrare in risonanza con quelle di un bicchiere. Non è però da escludere che se riuscissimo a riprodurre una nota identica a quella emessa da un calice, per un tempo e con una potenza sufficiente, potremmo arrivare a romperlo solo grazie al sapiente utilizzo delle nostre corde vocali.