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CURIOSITÀ 17 OTTOBRE 2022

Qualcosa agita l'Oceano: questo posto sta scomparendo

La calotta glaciale della Groenlandia potrebbe essere ancor più sensibile al riscaldamento climatico di quanto la comunità scientifica ritenesse.

Una nuova ricerca ha infatti rilevato che l’aumento della temperatura dell’aria, agendo in maniera sinergica con l’aumento della temperatura dell’acqua, sta velocizzando lo scioglimento dei ghiacciai costieri.

Qualcosa agita l’Oceano: cosa sta succedendo

Secondo i risultati dello studio – pubblicati sulla rivista Nature Geoscience – la calotta glaciale della Groenlandia sta perdendo mediamente circa 250 miliardi di tonnellate di ghiaccio ogni anno.

La crescente intensità di queste perdite – sempre secondo i nuovi studi – sarebbe determinata dai due suddetti processi principali:

  • aumento delle temperature dell’acqua
  • aumento temperature dell’aria

Ma cosa accade precisamente? In primo luogo, le elevate temperature dell’aria (qui abbiamo analizzato il nesso tra Covid e riscaldamento globale) provocano lo scioglimento sulla superficie della calotta glaciale.

Questo processo è sufficiente a giustificare circa il 50% delle perdite di ghiaccio della Groenlandia. L’altra metà è invece conseguenza dello scioglimento dei ghiacciai sul bordo della calotta glaciale, che finiscono per sfaldarsi – quindi sciogliersi – in mare.

Queste ultime perdite venivano considerate diretta conseguenza dell’innalzamento delle temperature delle acque oceaniche.

Perché la Groenlandia sta scomparendo

Tuttavia, grazie ai risultati ottenuti dalle nuove ricerche, ora sappiamo che anche la temperatura dell’aria gioca un ruolo fondamentale in questo meccanismo.

L’aria calda, infatti, è in grado di far sciogliere la superficie della calotta glaciale, consentendo così all’acqua “di disgelo” di defluire nell’oceano.

Questo flusso va a determinare una turbolenza nelle acque oceaniche, che aiuta il calore a salire dalle profondità dell’oceano, riscaldando così ulteriormente le acque, che entrano in contatto con il ghiaccio.

Questo meccanismo, a sua volta, conferisce un’ulteriore accelerazione allo scioglimento dei ghiacciai.

L’autore principale dello studio è Donald Slater, scienziato dell’Università di Edimburgo. Il ricercatore ha paragonato il processo allo scioglimento dei cubetti di ghiaccio in un bicchiere d’acqua. Infatti, i cubetti si sciolgono più velocemente quando l’acqua è più calda, ma ciò accade anche quando l’acqua viene mescolata.

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