Scopriamo insieme da dove nasce la tradizione dei buoni propositi per il nuovo anno.
Una delle tradizioni più classiche in vista dell’anno che verrà è quella di fare buoni propositi. Questa usanza risale a migliaia di anni fa e affonda le radici in epoca babilonese. Ai tempi, le promesse erano correlate alla riuscita del raccolto, una sorta di “Do ut des”, locuzione latina che significa letteralmente “io do affinché tu dia”.
Il mese di gennaio prende il nome dal dio del movimento e di tutti gli inizi: Giano, figura fra le più antiche e importanti della religione romana, latina e italica. Tradizionalmente è rappresentato con due facce, una che guarda verso il passato e l’altra che guarda il futuro; ed è proprio quest’ultima ad aver incentivato, attraverso il culto del dio, l’usanza di fare buoni propositi. Negli anni, però, questa consuetudine ha assunto un significato più laico e meno opportunista: oggi, infatti, anziché fare promesse agli dèi in cambio di qualcosa, la maggior parte di noi prende decisioni personali, riguardanti lavoro, sentimenti e sfera privato, mettendosi in gioco attivamente. E voi, cosa vi siete prefissati per il nuovo anno?
