Lo Spazio non smette di affascinare la mente umana: ne sono dimostrazione l’impegno in questo senso di nazioni come la Repubblica Popolare Cinese o le iniziative private di magnati come Elon Musk e grazie alla tecnologia sempre più raffinata, non mancano neanche nuove e interessanti scoperte.
Sappiamo da più di 50 anni che il nostro satellite naturale è una distesa di roccia grigiastra puntellata da avvallamenti e rilievi, ma nel 2019 il rover cinese Yutu-2 ha individuato un particolare totalmente inedito sulla faccia nascosta della luna, che nei mesi successivi è stato studiato con grande interesse dalla comunità scientifica: sul fondo del cratere Von Karman era depositata una striscia di sostanza non identificata, gelatinosa, scintillante e di color verde scuro, probabilmente generata dalla “fusione dovuta ad un impatto” di qualche oggetto spaziale sulla superficie lunare.
I risultati delle ricerche effettuate dagli scienziati dell’Accademia cinese delle Scienze sono stati recentemente pubblicati sulla prestigiosa rivista “Earth & planetary science letters” e si sono basati su un reperto di 52 centimetri per 16: confrontando le immagini di Yutu-2 con i campioni di roccia riportati a terra dalle diverse missioni Apollo predisposte dagli Stati Uniti in passato, gli studiosi sono giunti alla conclusione che la breccia presente nel cratere sia composta da diversi minerali con spigoli vivi, tenuti insieme da una matrice granulosa e che si sia formata per lo schianto di un meteorite.
L’impatto avrebbe sciolto in parte il materiale che ricopre il suolo del satellite, cioè la “regolite”, un composto di polvere e frammenti minerali ed avrebbe poi prodotto la strana gelatina verde individuata per la prima volta dal rover cinese, depositato il 3 gennaio 2019 dalla sonda Chang’e-4, allunata proprio nel cratere Von Karman, che si trova al Polo Sud nel Bacino di Aitken, sulla faccia perennemente invisibile della Luna.
