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SPETTACOLI E VIP 05 LUGLIO 2021

Raffaella Carrà e il Tuca tuca: la storia di come è nato il ballo “proibito”

Raffaella Carrà è stata la prima a diffondere in Italia il Tuca tuca, e la storia di come è nato il ballo proibito promosso anche da Alberto Sordi ha fatto il giro dei social.

Raffaella Carrà e il Tuca tuca: la storia

Raffaella Carrà ci ha lasciati all’età di 78 anni, ma alcune delle sue storie vivranno per sempre nella leggenda della grandissima showgirl. In pochi sanno che una delle sue canzoni più famose, il Tuca tuca, rischiava di non arrivare mai agli schermi televisivi. È stato ballato per la prima volta nel 1971, durante “Canzonissima“, un popolare programma tv del sabato sera quando la Rai era ancora in bianco e nero. La canzone fu scritta da Gianni Buoncompagni e da Franco Pisano, ma le parole erano considerate troppo “osè” per l’epoca. Considerate “fuoriluogo” dai benpensanti anche le sue movenze. Fu il coreografo Don Lurio a inventare la coreografia di questo strano ballo a due, in cui bisognava toccare prima ginocchia, poi fianchi, poi spalle, poi la fronte dell’altro.

Raffaella Carrà, l’ombelico e la censura

Alla Rai però sembrava non andare bene l’idea del balletto con queste movenze, ed infatti sembra che quando la “Raffa” propose il ballo a Canzonissima, rischiò di scattare subito la censura. La canzone/danza era stata giudicata troppo sensuale e provocatoria. Boncompagni e Don Lurio hanno quindi studiato uno stratagemma per far “accettare” il Tuca tuca anche ai benpensanti: coinvolgere Alberto Sordi. L’acclamato attore e rappresentante, all’epoca, dell’italiano medio infatti si è messo a danzare insieme alla Carrà, giocando sulle movenze e facendo vedere quanto il ballo fosse innocuo. Ma a fare scandalo non era stata solo la canzone: anche il vestito di Raffaella Carrà aveva attirato le critiche dei benpensanti, proprio perché il suo vestiario era molto attillato e metteva in mostra l’ombelico, dell’allora neanche 30enne cantante/ballerina. Anche a questo ci pensò Sordi: l’attore nostrano, sdrammatizzò la cosa utilizzando l’ombelico della Carrà come se fosse un “campanello” da suonare, rendendo tutta la scena comica più che “sensuale”. Un’ironia che ha aiutato a portare questa canzone nelle case di tutti gli italiani, trasformandola in breve tempo in una hit nazionale.

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