Su libri e quaderni di scuola può capitare che il bambino perda il segno mentre legge.
Occhi che bruciano, vista che pare “annebbiarsi” e capo che si muove per seguire il testo – il più delle volte – per genitori ed insegnanti sono sinonimi di distrazione, ma in realtà possono celare veri e propri problemi visivi, come ad esempio la miopia.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità l’ha definita “un’epidemia inarrestabile”; si prevede che nel prossimo decennio il numero dei miopi salirà a circa 2,5 miliardi nel mondo, senza contare il fatto che il disturbo aumenta il rischio di distacco della retina, glaucoma e degenerazione maculare.
Fra i diversi fattori scatenanti pare esserci anche lo sforzo visivo strettamente connesso alla durata del ciclo di studi; per questa ragione è opportuno valutare sin dalla prima infanzia – periodicamente – lo stato di salute ed il funzionamento degli occhi. Ma non solo miopia: da tenere sotto controllo anche l’ipermetropia, l’astigmatismo e lo strabismo.
Una visita pediatrica, infatti, non solo è volta ad accertare che il bambino veda correttamente, ma anche a controllare che gli occhi lavorino bene in coppia, che la vista sia acuta da vicino e da lontano e che il bimbo riesca a mettere correttamente a fuoco i dettagli.
Tra le cose più difficili da scoprire c’è il cosiddetto “occhio pigro”, condizione che gli esperti chiamano ambliopia. Il fenomeno interessa almeno 2 soggetti su 100 sotto i 5 anni di età, ed è legato al calo della vista in un solo occhio. In questo caso, il trattamento di recupero (tanto più efficace quanto più precocemente attuato) può prevedere l’uso di occhiali correttivi, l’occlusione dell’occhio “sano” per risvegliare quello deficitario, la rieducazione e, nei casi più gravi, l’intervento chirurgico.