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BUONO A SAPERSI 24 FEBBRAIO 2023

Sostanze chimiche tossiche: la mappa dei posti più contaminati

“Le sostanze chimiche sono dappertutto”. Questo dice uno studio rivoluzionario. Alcuni ricercatori hanno cercato di creare una mappatura delle aree più contaminate da PFAS e il risultato è incredibile.

Cos’è il PFAS: il composto chimico che contamina il mondo e non solo

Il composto è formato da sostanze perfluoroalchiliche, che vengono create fondendo fluoro e atomi di carbonio.

Le PFAS sono anche dette “sostanze chimiche per sempre”, perché si deteriorarono molto lentamente. Questo composto è sviluppato in laboratorio ed è impiegato prevalentemente per uso industriale. Di base, questa sostanza è utile per la creazione di materiali antiaderenti e resistenti all’acqua e ai grassi come:

  • tessuti,
  • tappeti,
  • carta,
  • rivestimenti per contenitori di alimenti,
  • padelle antiaderenti,
  • produzione di abbigliamento tecnico;

Purtroppo, però, se smaltito male può contaminare intere aree geografiche.

Nelle persone, questo inquinante chimico può influire sulla salute . Nello specifico, può essere: causa di tumore, problemi di sviluppo, ridotta funzione immunitaria, interferenze ormonali e aumento del colesterolo.

La sostanza chimica che si trova dappertutto: la mappatura

Delle analisi precedenti hanno stabilito che questa sostanza è presente anche nel corpo umano perché assunta in maniera indiretta tramite la filiera alimentare (contaminazione delle falde acquifere e conseguente irrigazione dei campi). Secondo le autorità sanitarie federali la maggior parte dei cittadini americani avrebbe delle tracce di PFAS nel sangue.

Considerato questo dato, il team di ricerca ha voluto analizzare anche la contaminazione nella fauna selvatica. Per molte specie e habitat già messi a dura prova dal cambiamento climatico e dalla mano dell’uomo, la contaminazione da PFAS sarebbe sono un ulteriore fattore di stress.

Lo studio ha rivelato che nelle tartarughe marine (in via d’estinzione) le concentrazioni di PFAS hanno influito anche nella schiusa delle uova. Addirittura la sostanza è stata individuata tra gli orsi polari nell’Artico e nel plancton del Pacifico.

Le concentrazioni maggiori sono state riscontrate in Nord America, ai Poli e in Europa. Mentre sembra che la contaminazione sia minore in Africa, Sud America e gran parte dell’Asia. Secondo gli esperti, però, sarebbe la carenza di dati in merito a far registrare questo risultato. La mappa della contaminazione sarebbe ancora più drammatica se, oltre alla fauna, ci fossero anche i dati sulle piante e sulle alghe.

A proposito di alghe, in futuro potrebbero fare la differenza: abbattere le concentrazioni di CO2.

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