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SALUTE 15 SETTEMBRE 2021

Svolta nella lotta al cancro: approvato farmaco 'jolly'

Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto passi da gigante nell’ambito della lotta contro il cancro ed ora l’Agenzia Italiana del Farmaco ha approvato l’introduzione nei protocolli di cura di un nuovo medicinale, efficace indipendentemente da dove siano localizzati i tumori.

Vengono definiti “farmaci agnostici” quei preparati che attaccano le neoplasie ovunque si siano formate, agendo su base genetica e non sulle caratteristiche degli organi colpiti: è il caso del “larotrectinib”, recentemente approvato dall’AIFA per il trattamento di pazienti oncologici in cui si verifica una specifica mutazione genetica, ovvero la “fusione dei recettori della tirosin chinasi neurotrofica” (NTRK) con altri geni, a cui si deve la produzione nell’organismo di una proteina anomala che favorisce lo sviluppo di svariate forme tumorali.

Il nuovo farmaco, introdotto in Europa da circa due anni, ha dato ottimi risultati nel trattamento di tumori primitivi a carico di più di 20 organi o tessuti, indipendentemente dalla loro natura istologica e dall’età dei pazienti e la maggior parte degli studiosi è concorde nel definire questa classe farmaceutica come una vera e propria rivoluzione: diversamente da immunoterapia e chemio, infatti, il larotrectinib apporta benefici rapidi e duraturi, sia nelle possibilità di guarigione che nella qualità della vita dei pazienti, come dimostrato dalle ricerche che hanno portato alla sua definitiva approvazione.

Il professor Carmine Pinto, direttore di Oncologia Medica al Comprehensive Cancer Centre AUSL-IRCCS di Reggio Emilia e Presidente FICOG, precisa però che sono soprattutto tre le situazioni in cui si può ricercare la fusione di NTRK: tumori rari per cui la tracciatura genetica avviene di default, carcinomi ad alta instabilità dei microsatelliti e casi specifici in cui ci sia la possibilità anche bassa di riscontrare la particolare mutazione NTRK.

L’impegno dei ricercatori italiani continua con il “Progetto Vita”, uno studio che coinvolge 18 centri di ricerca nazionali per individuare le alterazioni del DNA alla base delle malattie oncologiche ed è importante sostenere la qualità dei test con stanziamenti adeguati.

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