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SPETTACOLI E VIP 11 FEBBRAIO 2022

Thomas Alva Edison: la grande lezione di un uomo immenso

Per i suoi compagni e i suoi insegnanti, Thomas Alva Edison, non era altro che un bambino destinato a fallire, per tutti ma non per sua madre che fu la sua più grande sostenitrice. E in effetti, quel genio incompreso, era davvero destinato a cambiare il mondo.

Il genio, il visionario, l’inventore

Conoscere la storia di Edison è doveroso per tutti, non solo per un mero arricchimento del nostro bagaglio culturale o per il fatto che ogni sua invenzione ha cambiato per sempre ogni aspetto della vita moderna, ma anche perché la sua intera esistenza si traduce per tutti in una grande lezione di vita.

Nato l’11 febbraio del 1847, Thomas Alva Edison è stato un inventore, uno scienziato e un imprenditore, un uomo destinato a non essere nessuno, se solo avesse ascoltato il parere degli altri, di chi scommetteva sui suoi fallimenti. E quelli sono arrivati, e sono stati tanti, ma susseguiti dai numerosi successi che hanno cambiato il mondo.

Un bambino incompreso, ecco chi era Edison, perché sua era la colpa di sentirsi intrappolato nel rigido e inquadrato insegnamento scolastico del tempo. Nancy Matthews Elliott, sua madre, scelse di dare al suo bambino l’accesso agli strumenti per rivoluzionare il mondo e lui li accolse. Si occupò di lui e della sua educazione con amore, impegno e dedizione attraverso i libri, la letteratura e gli esperimenti casalinghi.

All’età di 19 anni Edison stringeva tra le mani il suo brevetto, il primo di una lunga serie. Un registratore elettrico che però si rivelò uno strumento inutile e fallimentare. E allora via con un’altra invenzione e poi ancora con un’altra fino a totalizzare 1093 brevetti a suo nome.

Ha inventato il fonografo e poi ha portato nel mondo la luce. Non fu il primo ad inventare la lampadina ma fu l’imprenditore geniale che ebbe l’intuito di commercializzare quell’invenzione. E sotto le sue idee la società si è plasmata.

Thomas Alva Edison ha collezionato tantissimi successi, ma i fallimenti sono stati di gran lunga superiori. Perché ha tentato, provato e sbagliato, e poi ha ricominciato. E lo ha fatto ancora e ancora.

Perché sapeva che solo fallendo avrebbe potuto migliorare e crescere, riuscire nei suoi intenti. Ed è questo che ha fatto, ed è questo che ci insegna a fare.

“Io non ho fallito duemila volte nel fare una lampadina; semplicemente ho trovato millenovecentonovantanove modi su come non va fatta una lampadina.”

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