Sarebbero già due i casi di “Toscana virus” registrati in Italia: un 82enne ricoverato per un’encefalite e un 47enne in ospedale per una meningoencefalite. Entrambi sono stati punti da un insetto simile alla zanzara, il pappatacio, vettore del virus che prende il nome dalla regione italiana dove è stato isolato per la prima volta.
Cos’è un pappatacio
Per Pappatacio si intende il nome comune degli Insetti Ditteri Nematoceri Psicodidi, rappresentanti del genere Phlebotomus (o Lutzomyia, in altre classificazioni). Le specie più comuni nel nostro Paese sono Phlebotomus papatasii e Phlebotomus perniciosus e, come accennato, sono spesso simili a zanzare.
Che cos’è il Toscana Virus
Stando a quanto riportato dal Ministero della Salute, il virus Toscana (TOSV) prende il nome dalla regione italiana in cui è stato inizialmente isolato. La sua scoperta risale agli anni ‘70, per merito della Dott.ssa Paola Verani e dei suoi collaboratori dell’Istituto Superiore di Sanità.
Il virus non è molto conosciuto, ma presente in altri Paesi mediterranei ed è comunemente associato a casi di meningiti e meningoencefaliti, soprattutto riscontrabili nei mesi estivi e sui soggetti più fragili.
Quali sono i sintomi del virus
Il periodo di incubazione, si legge invece dal sito della Regione Toscana, varia da pochi giorni a due settimane. Tra i sintomi del Toscana Virus: lieve febbre autolimitante nella maggior parte dei casi, ma nelle forme più gravi la sintomatologia è improvvisa e caratterizzata da mal di testa, nausea, vomito e dolori muscolari. Possibili anche encefaliti.
In media, i sintomi durano 7 giorni, ma l’infezione può decorrere anche in maniera asintomatica. Non esiste una terapia specifica: se il virus è contratto in maniera sintomatologica, il paziente viene messo a riposo con reintegro idro-salino, antipiretici e antinfiammatori. Nei casi più gravi, si ricorre invece all’ospedalizzazione.
