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BUONO A SAPERSI 19 APRILE 2024

Troppi risparmi sul conto? Arrivano i controlli del Fisco

Sfuggire alle maglie del Fisco è un’impresa sempre più ardua. Da qualche anno, infatti, l’Agenza delle Entrate ha introdotto nuovi strumenti per scovare gli evasori fiscali, basati anche sull’Intelligenza Artificiale.

Il super algoritmo VeRa

Dal 2018, con il cosiddetto “Risparmiometro”, detto anche “Evasometro”, l’Erario ha cominciato a verificare che i risparmi accumulati sui conti correnti dei cittadini italiani fossero coerenti con i redditi dichiarati.

Da allora, i controlli incrociati sono possibili grazie alla Superanagrafe di società e persone fisiche, un database nazionale che raccoglie i dati forniti dalla Guardia di Finanza e dall’Agenzia delle Entrate, fornendo una profilazione dei potenziali evasori.

A partire dal 2021, lo strumento si è evoluto in un super algoritmo denominato VeRa, acronimo di “Verifica dei Rapporti Finanziari”, in grado di monitorare gli accrediti e i versamenti in contanti su conti bancari e postali.

Se su di essi viene rilevato uno scarto superiore al 20% tra ciò che si risparmia e ciò che si spende, scatta il controllo a carico dell’azienda o del singolo contribuente.

Come funziona la Superanagrafe

All’interno del database fiscale sono contenute tutte le informazioni relative ai saldi dei conti correnti all’inizio e alla fine dell’anno, i movimenti in entrata e in uscita e la giacenza media di denaro, quella che normalmente va comunicata quando si vuole ottenere il proprio ISEE.

In caso venga riscontrata un’anomalia, i dati della Superanagrafe vengono incrociati con quelli dell’Anagrafe Tributaria, in modo da individuare i possibili evasori totali o parziali.

La lista dei contribuenti da controllare viene quindi trasmessa agli uffici provinciali, che dispongono gli accertamenti. Se in questa prima fase il cittadino è in grado di giustificare le discrepanze con la dovuta documentazione, la procedura non viene avviata In caso contrario, l’Agenzia delle Entrate provvederà all’accertamento vero e proprio, con tutte le conseguenze del caso.

Quando si rischia di più

Le operazioni più “pericolose” che vengono rilevate dall’algoritmo sui conti correnti sono le transazioni superiori ai 5mila euro, sia in entrata che in uscita.

L’acquisto di auto, moto, imbarcazioni, immobili e beni di lusso finirà sicuramente nel mirino del Fisco, così come i trasferimenti di denaro da e per l’estero. In questi casi, le verifiche non si fermeranno al presente, ma verranno effettuate risalendo anche alle operazioni del passato.

Tutta la storia fiscale del contribuente, quindi, verrà letteralmente passata al setaccio, in cerca di eventuali altre anomalie non ancora rilevate.

Analizzando i periodi di imposta anche successivi al primo momento in cui si è ravvisata la possibile evasione fiscale, l’Agenzia delle Entrate chiamerà il cittadino a giustificare la presenza del denaro “sospetto” sul suo conto.

Per lavoratori a partita IVA ed imprese sarà possibile anche avviare una verifica sulla veridicità delle dichiarazioni rese, mentre per i lavoratori dipendenti, se trovati in regola, sarà improbabile che vengano disposti controlli aggiuntivi.

Tenere i soldi sotto il materasso non è una soluzione: l’Erario, infatti, monitora anche i movimenti in contanti, controllando scontrini e ricevute.

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