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BUONO A SAPERSI 04 GIUGNO 2022

Truffa videogiochi contraffatti, i trucchi per riconoscere i falsi

Un sessantenne italiano è indagato dall’FBI come presunto autore di una serie di truffe che si sarebbero concretizzate in ben 9 stati – USA inclusi – a partire dal 2015. L’uomo, originario della provincia di Brescia, è accusato di aver venduto per anni copie non originali di rari videogiochi del passato, falsificandone le cover con delle immagini create su photoshop.

Gli investigatori americani ipotizzano un giro d’affari di centinaia di migliaia di dollari, la vicenda ha generato un vero e proprio terremoto nella comunità gaming internazionale.

Truffa videogiochi: attenzione all’etichetta

Non tutti sanno che il mercato dei videogiochi “vintage” genera scambi in varie parti dal mondo, con singoli videogame trattati alla stregua di pezzi d’antiquariato, venduti per svariate migliaia di euro.

Si tratta tendenzialmente di prodotti degli anni ’80 e ’90, ma non esiste una linea di demarcazione temporale universalmente condivisa per definire quali videogame possano essere considerati effettivamente vintage o meno.

Questo mercato, che può offrire anche interessanti opportunità di guadagno, è figlio di uno trend in costante ascesa negli ultimi anni, quello del retrogaming. L’espressione – a tutti gli effetti un neologismo – serve a definire la passione per i videogiochi del passato, un interesse spesso maniacale che, purtroppo, rischia di costare molto caro alle persone meno attente.

In tanti infatti sono stati letteralmente truffati acquistando per migliaia di euro un videogame teoricamente “di valore” che si è poi rivelato essere un falso. Fortunatamente, ci sono alcuni elementi che possono essere d’aiuto, anche ai meno esperti, nell’individuare un eventuale videogioco falso, si tratta per lo più di caratteristiche grafiche.

Il primo è sicuramente l’etichetta, in assoluto una delle parti più difficili da falsificare, di solito quelle contraffatte risultano evidentemente sfuocate.

Stesso discorso per i vari bollini relativi alle classificazioni per età utilizzati in passato, anch’essi difficilmente falsificabili. La presenza del bollino PEGI (Pan European Game Information) su un prodotto spacciato per originale degli anni ’80 o ’90 è invece un chiaro campanello d’allarme, dato che questa specifico bollino – utilizzato per suddividere i videogame in 5 categorie di idoneità in base all’età – è stato concepito nel 2003.

Più difficile riconoscere la contraffazione dei circuiti elettronici, si tratta inoltre di una verifica che può essere attuata solo dopo l’acquisto, aprendo letteralmente il prodotto.

In linea di massima il consiglio migliore di fronte ad una proposta di acquisto di di un “raro videogame del passato” è quello di confrontare con attenzione le immagini del videogioco originale – quasi sempre reperibili su Internet – e farsi consigliare da esperti del settore. Potrebbe interessarti sapere come riconoscere e prevenire la dipendenza da videogiochi.

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