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BUONO A SAPERSI 20 MARZO 2022

Ucraina, perché è una guerra dei combustibili fossili

Quella in Ucraina è una “guerra dei combustibili fossili”, ad affermarlo, confermando un’idea ormai diffusa, è Svitlana Krakovska, esperta in cambiamenti climatici. Si tratta di un conflitto dalle conseguenze catastrofiche, dal punto di vista umano, geopolitico ed economico. E tutto dipende da una corsa ad accaparrarsi quel che resta di una fonte energetica non rinnovabile, per definizione destinata a esaurirsi, che inquina e che potrebbe essere sostituita da soluzioni più moderne e all’avanguardia.

Secondo l’ultimo rapporto dell’IPCC, l’Intergovernmental Panel on Climate Change, la metà della popolazione al mondo rischia di subire le conseguenze di disastri provocati dai combustibili fossili, con la Russia che detiene ingenti riserve di petrolio e gas, e grazie alle quali si è arricchita.

Il parere degli esperti

“La combustione di petrolio, gas e carbone sta causando riscaldamento e impatti a cui dobbiamo adattarci. E la Russia vende queste risorse e usa i soldi per comprare armi. Altri Paesi dipendono da questi, non se ne liberano. Questa è una guerra dei combustibili fossili. È chiaro che non possiamo continuare a vivere in questo modo, distruggerà la nostra civiltà”, ha dichiarato Svitlana Krakovska, ponendo l’attenzione su un’emergenza che va affrontata su più fronti e che avrebbe bisogno di negoziati e accordi efficaci. Oltre a un cambiamento radicale nello stile di vita dell’uomo.

Infatti, il rapporto, porta alla luce anche quanto sia urgente un cambio di rotta. La crisi climatica ha infatti raggiunto livelli non più trascurabili. Le conseguenze geopolitiche sono già sotto gli occhi di tutti, ma non tarderanno ad arrivare ulteriori danni ambientali. Ormai è una corsa contro il tempo.

Il rapporto evidenza come i rischi della crisi climatica si manifesteranno più velocemente e diventeranno probabilmente più gravi prima del previsto. “Ogni ulteriore ritardo nell’azione concertata a livello globale farà perdere quella breve finestra temporale, che si sta rapidamente chiudendo, per garantire un futuro vivibile”, ha aggiunto Hans-Otto Pörtner, copresidente del gruppo di lavoro II dell’IPCC, dando maggiore forza alle parole dell’esperta ucraina.

In Ucraina la guerra dei combustibili fossili ha evidenziato criticità nella gestione dalla dipendenza dal petrolio e dal gas russi. L’Unione Europea, che fa affidamento sulla Russia per circa il 40% della sua fornitura, sta cercando soluzioni più sostenibili e che si basino sulle energie rinnovabili. Una strada che porterà i suoi frutti più avanti, nel breve termine la priorità è trovare degli accordi che facciano cessare il conflitto.

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