Andrea ha ucciso Roberta perché non sopportava di perderla, non accettava che si fosse rifatta una vita e che avesse un nuovo amore. Massimo ha ucciso Elisa perché lei gli aveva chiesto i suoi spazi e di vedersi di meno. E questo era inaccettabile. Michele ha ucciso Maria Paola, sua sorella, perché non sopportava che la ragazza avesse un compagno trans.
E poi c’è chi spinge, chi picchia, chi minaccia. Chi nega la libertà personale, chi quella economica. Chi stalkera online e offline, chi si “vendica” attraverso il revenge porn e chi ancora commette abusi sessuali. C’è chi uccide credendo di aver fatto la cosa giusta.
E questa non è la lunga premessa di un film dell’orrore, ma sono i fatti di cronaca che non lasciano spazio all’immaginazione e che riportano la verità nuda, cruda e tragica delle violenze commesse ai danni delle donne.
Una violenza che prende forma nei modi più subdoli violando i diritti umani, consumando l’anima femminile, distruggendola. E, a volte, ponendo fine alla sua stessa esistenza.
“È violenza contro le donne ogni atto di violenza fondata sul genere che provochi un danno o una sofferenza fisica, sessuale o psicologica per le donne, incluse le minacce, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà”
– Art. 1 della dichiarazione dell’Onu sull’eliminazione della violenza contro le donne
Alle vicende di cronaca si aggiungono anche i dati sconcertanti. Secondo l’ultimo rapporto condotto del Servizio Analisi criminale della Direzione centrale della polizia criminale nel settembre 2021, la violenza sulle donne e i femminicidi sono in costante aumento.
81 vittime sono state registrate da gennaio a settembre. A queste se ne sono aggiunte altre arrivando a un totale di 103 solo nel 2021. Più della metà ha subito violenza in ambito familiare, dal partner o dall’ex partner.
La famiglia e gli affetti non rappresentano più quel luogo di protezione dove rifugiarsi. Secondo le stime dell’Istat, nell’80% dei casi, le donne hanno subito una violenza da qualcuno che conoscevano. Amici di famiglia, compagni di scuola, fidanzati o familiari. Chi è davvero al sicuro?
Solo nel nostro Paese, secondo il medesimo rapporto, sono state più di 6 milioni le donne fra i 16 e i 70 anni che hanno subito una violenza fisica o sessuale. Di queste, oltre 2 milioni sono state esercitate dai partner attuali o ex.
Per rivendicare i diritti delle donne, per salvaguardarli e preservarli, per sensibilizzare l’opinione pubblica e porre fine a qualsiasi tipo di violenza, l’assemblea generale delle Nazioni Unite ha istituito nel 1999 la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che cade il 25 novembre.
Celebriamola questa giornata. Facciamola nostra e diffondiamola affinché queste azioni distruttive non vengano più commesse, affinché ci sia più consapevolezza di quello che succede nel mondo. Per far si che si denunci tempestivamente e che più nessuno si giri dall’altra parte. Chiamare il numero nazionale 1522 o le forze dell’ordine resta l’unica cosa da fare per denunciare.