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BUONO A SAPERSI 24 APRILE 2022

Zanzare geneticamente modificate, così si combattono virus e parassiti

Tanto piccole quanto pericolose, si parla delle zanzare e – secondo uno studio americano – quelle geneticamente modificate possono aiutare l’uomo a invertire la rotta. Lo scorpione uccide circa 3 mila persone all’anno, i serpenti velenosi 138 mila, l’uomo commette 400 mila omicidi, ma il più letale è un insetto apparentemente innocuo. Tra la febbre gialla, la malaria, la dengue e il virus Zika, uccide almeno 700 mila persone all’anno. Inoltre, il surriscaldamento globale e gli insetticidi sempre meno efficaci non migliorano il quadro.

La ricerca incoraggiante

Ecco allora che un gruppo di scienziati americani ha cercato una soluzione negli insetti ogm. L’obiettivo è ridurre il numero di zanzare che trasmettono i virus potenzialmente letali per l’uomo. E i primi risultati lasciano ben sperare. L’esperimento è cominciato circa 12 mesi fa nelle Florida Keys, delle isole tropicali vicino allo Stato americano. Non sono state scelte per caso: nel 2020 sono state teatro di un focolaio di febbre dengue scaturito proprio dalle zanzare oggetto di studio.

I ricercatori hanno posizionato dei contenitori con uova di zanzara Aedes aegypti geneticamente modificate in sei luoghi diversi, queste hanno rilasciato circa 12 mila maschi “ingegnerizzati” alla settimana per tre mesi. Sono state circondate da trappole in un raggio d’azione di 400 metri, così da raccogliere uova e insetti. La specie che è stata creata non punge, a differenza degli esemplari di femmina selvatici. A tal proposito, ecco perché le zanzare ci pungono?

“I maschi geneticamente modificati portano un gene che passa alla loro prole e uccide la progenie femminile nelle prime fasi larvali. Quella maschile non morirà, ma diventerà portatrice del gene e lo passerà alle generazioni future. Man mano che più femmine muoiono, la popolazione di Aedes aegypti dovrebbe diminuire”: si legge sulla rivista scientifica Nature.

Sono state raccolte più di 22 mila uova e sono state osservate in laboratorio. Tutte le femmine che hanno ereditato il gene letale, riconoscibili perché fluorescenti sotto una determinata luce, sono morte prima di diventare adulte.

Un altro dettaglio non di poco conto, poi, riguarda la sopravvivenza delle zanzare selvatiche. Non andrebbe oltre i tre mesi (oppure tre generazioni). Fra le zanzare geneticamente modificate, “nessuna con il gene mortale è stata trovata al di là di 400 metri dal punto di rilascio, anche dopo diverse generazioni”.

Insomma, si tratta di una scoperta significativa, nell’ottica di eliminare gli esemplari portatori di malattie pericolose per l’uomo. In questo modo, poi, si potrebbe smettere di utilizzare i pesticidi (peraltro sempre più inefficaci). C’è ancora tanto da fare, prima di un’eventuale applicazione pratica, ma l’ingegneria genetica sinora si è dimostrata un’alleata importante.

Restano ancora tante incognite, a cominciare dal fatto che le Aedes aegypti non sono le sole a essere pericolose per la salute dell’essere umano. Inoltre, non è ancora certo che a una riduzione delle femmine ne corrisponda una delle nuoce infezioni. Insomma, non resta che aspettare ulteriori sviluppi scientifici.

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